Oggi puntata speciale di Giovedì 13 Marzo

La Divina follia. Poesia e letteratura (con Stefano Mazzacurati)

In questa sesta puntata del secondo ciclo, Veggenza e divinazione della parola, si parlerà di poesia e follia con Stefano Mazzacurati, medico psichiatra e psicoterapeuta. Primario ospedaliero oltre sedici anni. Già Professore a Parma e La Sapienza di Roma. Seminari su Psichiatria e Letteratura, Università di Parma. Membro di International Pen Club. Accademico di merito. Trecento conferenze, presenze radio TV. Numerose Pubblicazioni su periodici e quotidiani, romanzi, e poesie.

Etimologia di poesia è fare realtà. Ogni gesto umano necessita di poesia, funzione esistenziale. Poesia non solo si scrive. Ispirazione, impulso arcaico tramite parole, allude alla produzione di senso. Mediante segni e rituali muove da un racconto (mito) per millenni celebrata da figure di confine tra poeta, medico e sacerdote. Follia, in senso poetico, non corrisponde alla psicosi della clinica, ma è confine tra sacro, divino e umano. Platone chiama la poesia divina follia, e poeta il tramite tra gli dei e i mortali. Implica l’enthusiasmòs, èn (dentro), theòs (dio), àsthma (respiro): quindi, il soffio di un dio dentro di me: l’ispirazione. Se pazzo, matto, folle, rimandano al disfare la realtà, poesia rimanda al fare la realtà. Si cercherà di analizzare in breve i due campi semantici di poesia e follia, tra sovversione e trascendenza con esempi da mito e letteratura.