Veggenza e divinazione della parola, in diretta tutti i mercoledì dalle 21:00 su Radiamo con Antonio e Michele!

Poesia civile in dialetto – Alfredo Panetta

La diciottesima puntata del ciclo, Veggenza e divinazione della parola, parlerà di poesia civile o impegnata in dialetto, specificamente calabrese, che può avere intonazione e intenzione epica e rivela spesso non solo la partecipazione emotiva del poeta all’evento descritto e la sua commozione, ma anche la sua attenzione ai fenomeni sociali rilevanti per sollecitare anche lo sguardo degli altri e invitare alla riflessione. Questo è proprio il caso di Alfredo Panetta, come si può evincere dal breve curriculum che si riporta di séguito.

Alfredo Panetta è nato nel 1962 a Locri (RC). Nel 1981 va a Milano, dove tuttora risiede lavorando come piccolo imprenditore nel settore infissi in alluminio. Scrive in dialetto calabrese reggino della Locride. Suoi testi e recensioni sono stati pubblicati su diverse riviste e quotidiani nazionali. Sue sillogi risultano in varie raccolte antologiche. Ha svolto anche attività di traduzione. Suoi testi sono stati tradotti in piú lingue.

Ha pubblicato sei raccolte di poesia pluripremiate:

– Petri ‘i limiti (Pietre di confine, Moretti&Vitali, 2005),

– Na foliant’èfalacchi (Un nido nel fango, Edizioni CFR 2011),

– Diricati chi si movinu (Radici mobili, Ed. La Vita Felice 2015),

– Thrasipali e sònnura (Tra rovi e sogni, Ed. Puntoacapo 2018),

– Ponti sdarrupatu (Il crollo del ponte, Passigli 2021),

– Canthu e contracant (Canto e controcanto, Puntoacapo 2024)

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